Facevano bene quelli che ai suoi esordi con la casacca bianconera (29 ottobre 2006, la prima partita, Juventus–Frosinone 1-0, ai tempi della b) lo chiamavano Tardellino, per una certa somiglianza di ruolo ma soprattutto di tempra con lo “Schizzo” più famoso d’Italia.
Se contro il Catania e contro il Bologna i bianconeri avevano trovato la gioia del gol e di due pareggi grazie ai graffi di due attaccanti (Vucinic e Krasic) nella super sfida di Serie A contro il Milan Campione d’Italia ritrovano la vittoria (mancava da Siena, 18 settembre) e i colpi risolutivi di Marchisio che, con questa doppietta, ammazza il Milan e con il gol al Parma, all’esordio in campionato, è il primo marcatore della Signora, a quota tre gol.
Un dato che fa riflettere se si pensa all’imbottitura ingente della squadra di Conte dalla cintola in su. Primo segno di un’identità di gruppo solido: quando i bomber non la mettono dentro (traversa di Vucinic) ecco che tocca ai portatori d’acqua andare ad accendere i rubinetti del gol. Acqua che fondamentalmente per molto tempo della gara, aveva avuto un’unica direzione: quella di un fiume, tutto bianconero.
Il duetto di centrocampo composto da Pirlo e Marchisio, con il frequente ausilio di Vidal, per tutto il primo tempo ha avuto la meglio sul centrocampo di Allegri, dove Seedorf, Van Bommel e Nocerino andavano ad andamento lento e poco preciso.
Il Milan nella ripresa ha chiaramente fatto sapere di avere paura e, togliendo un buon Cassano ed inserendo Emanuelson, ha di fatto rinunciato a giocare. Ibra non era più l’ira di Dio ammirata mercoledi in Champions e la Juve certo non era il Viktoria Pilsen.
Aquilani ed il frizzante El Shaarawy, utilissimi per tamponare e proporre, sono rimasti a guardare ed il Milan ha consegnato le chiavi della partita alla Juventus che, con Marchisio, ha aperto e scassinato due volte la porta rossonera, regalando alla squadra bianconera la vittoria nel posticipo di Serie A.
Tutto alla brasiliana il primo sigillo, arrivato dopo una veloce e incisiva combinazione nello stretto tra Vidal ed il numero 8 di casa bianconera. Regalone di Abbiati il secondo. Nel complesso la Juve (rilassata dal non avere le coppe) ha voluto di più il successo e ha vinto, il Milan, che lo scorso anno vinse a Torino contro i bianconeri, è apparso stanco e privo di verve.
E’ stato un passaggio di consegne del tricolore? Sarebbe folle dirlo dopo appena sei giornate di Serie A. Ora c’è una sola cosa da fare: un grosso plauso a questa nuovissima Juve. (Luca Savarese)
Fa tutto Marchisio: la Juve comanda, il Milan marca male
3 Ottobre 2011 by Leave a Comment
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